Mario Ciaccia ha trascorso sette giorni in Uganda, mettendosi a disposizione come “moto ambulanza”. Non sono moto con la barella e la sirena, ma normalissime commuter che vengono utilizzate per arrivare velocemente nei villaggi più isolati, sia per portare medicinali, sangue e vaccini, sia per prelevare malati e donne incinte da portare negli ospedali. Le 4×4 sono troppo lente e, in alcuni casi, non arrivano dove invece le moto ce la fanno. Tra i mille problemi che ci sono in Africa, legati soprattutto alla povertà e alle condizioni di vita arretrate, quello della sanità è bello grosso. Ci sono malanni e incidenti che da noi si risolvono senza problemi e che laggiù possono costare la morte. Tra le mille cose che fanno parte dell’arte di arrangiarsi, quella delle “moto ambulanze” ovviamente ci ha sempre interessato, per questioni di pura passione motociclistica. Per questo noi di Motociclismo siamo andati in Uganda per una settimana, a seguire l’operato della ong Medici con l’Africa Cuamm, che dà dei vaucher a coloro che si prestano a fare questo servizio. Cosa abbiamo fatto? Visitato ospedali e centri sanitari di vario livello. E, soprattutto, abbiamo usato le loro moto, le piccole Bajaj Boxer da 100 cc, per girare la savana in due posti molto diversi tra loro, l’inquietante Karamoja e l’affollato Ojam. Di questo viaggio, molto interessante dal punto di vista umano, parliamo in questo video e in un articolo pubblicato su Motociclismo di dicembre 2023.

 

GUARDA IL VIDEO DELLA MISSIONE IN UGANDA A QUESTO LINK: https://youtu.be/Udw_QKgCfj8?si=Yhrh0yUelY2z4rij

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